Ciro Esposito: “Molte aziende non arriveranno a Natale, da Luglio ad oggi i costi sono aumentati in modo vertiginoso e questa situazione non è sostenibile nel lungo periodo”
«Se la strada è questa con rincari che, stando ai dati, vanno dal 300% al 600% la situazione per le aziende è critica». A dichiararlo è Ciro Esposito, presidente della Confcommercio di Pomigliano d’Arco, che lancia l’allarme e chiede un intervento tempestivo delle istituzioni prima di condannare le imprese alla chiusura o all’usura.
Il commercio di vicinato è in crisi, dopo il Covid la crisi energetica sta mettendo a dura prova gli imprenditori. Le attività commerciali più a rischio sarebbero ristoranti, bar, lounge bar, pub ma anche supermercati ed aziende simili che utilizzano celle frigorifero, forni etc.
«Se la strada è questa, con rincari che stando ai dati nazionali vanno dal 300% al 600%, la situazione è critica. Un’attività commerciale che prima pagava 1000 euro di bollette ora ne paga anche sopra i 5000 euro – afferma il presidente di Confcommercio Pomigliano – Un’attività commerciale quanti mesi può resistere a questi rincari? E non calcoliamo tutto il resto, qui è aumentato tutto».
Aumentano i costi e si riducono gli incassi, situazione insostenibile.
In effetti è come un cane che si morde la cosa, da un lato tutto è aumentato dall’altro, proprio a causa degli aumenti, i consumatori spendono di meno.
«Se prima una pizza margherita costava 5 euro e la si mangiava una volta a settimana oggi i cittadini riducono le spese superflue. Più spese e meno incassi, fino a che punto un imprenditore può sostenere una situazione del genere?»
Nella crisi che c’è chi potrebbe trarne beneficio è la criminalità organizzata. « L’usura è un rischio reale, rischiamo di spingere tanti imprenditori tra le mani degli usurai – continua Esposito – Il Governo deve muoversi incalzando l’Europa per mettere un tetto massimo per contenere i costi dell’energia. Poi seguire l’esempio della Germania che ha stanziato miliardi a sostegno di imprese e famiglie, c’è bisogno di un Governo che dia una mano alle attività almeno per rimanere aperte».
Inoltre ci sono attività commerciali che non possono fare altro che ridurre il personale facendo lavorare i propri familiari per cercare di mantenere l’attività aperta. «Questa non è una cosa bella, vedo imprenditori che soffrono quando sono costretti a mettere in cassa integrazione o a licenziare i dipendenti. Dietro ci sono famiglie, figli e non è bello per chi vuole fare impresa».