di Gaetano Fioretti
Bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio. Questi i reati contestati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli che oggi hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali, emessa dal Tribunale di Nola, nei confronti di tre persone fisiche e di una società di capitali. A coordinare le indagini la Procura di Nola, il tutto è iniziato da accertamenti svolti nei confronti di soggetti giuridici operanti su tutto il territorio nazionale e risultati coinvolti in un meccanismo fraudolento attuato attraverso l’utilizzo di crediti fittizi e il ricorso a indebite compensazioni.
Nel corso di un controllo fiscale nei confronti di una società con sede a Nola esercente l’attività di commercio all’ingrosso di vetrerìa e cristalleria, poi dichiarata fallita, gli specialisti del Nucleo dì polizia economico-finanziaria di Napoli accertavano che uno degli indagati (amministratore di fatto della società) avrebbe realizzato un graduale prosciugamento delle risorse societarie, in una fase in cui lo stato di insolvenza si era già manifestato, in favore di un altro soggetto economico, esercente la stessa attività e riconducibile a un suo stretto congiunto, anch’egli indagato.
La condotta avrebbe impedito il soddisfacimento dei creditori
Tale condotta, perpetrata attraverso il trasferimento di dipendenti, beni strumentali, rimanenze di magazzino e merci per oltre 7 milioni di euro, a fronte di pagamenti solo parziali, avrebbe consentito sia di impedire il soddisfacimento dei creditori (tra cui l’Amministrazione finanziaria, titolare di un credito erariale di oltre 14 milioni di euro), sìa di continuare l’attività commerciale sotto altro nome ostacolando concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa del patrimonio aziendale confluito nella “nuova’’ società.
AI fine di interrompere l’attività delittuosa sopra descritta, il G.I.P. presso il Tribunale di Nola ha disposto il sequestro preventivo delle quote della società attiva, dell’intero patrimonio aziendale della stessa e dei rapporti finanziari ad essa facenti capo, affidandoli alla gestione di un amministratore giudiziario.
Ha adottato, altresì, nei confronti degli amministratori di fatto e di diritto della società fallita, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, diretta e per equivalente, di una somma dì denaro pari a 2,6 milioni di euro che, sulla base degli accertamenti svolti, sarebbe stata distratta dai conti correnti societari dissimulando la restituzione di un finanziamento soci. Nei confronti degli indagati, inoltre, è stata ordinata la misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività d’impresa e di assumere uffici direttivi all’interno di persone giuridiche e imprese per la durata di un anno.