Raffaele De Lucia: “Il Reddito era un’ottimo sostegno per le famiglie”
«Il Reddito di Cittadinanza non è un sussidio di povertà ma come era stato pensato all’inizio era un ottima alternativa per dare sostengo alle famiglie ed a chi cercava lavoro. Ma andava strutturato così come era stato pensato». Il problema del Reddito di Cittadinanza, dunque, non sarebbe da ricercare nella legge ma nella sua applicazione secondo Raffaele De Lucia, direttore di Napoli Village.
Semplice, il sussidio doveva durare tre anni ed il governo doveva fornire tre proposte di lavoro diverse alle persone che ne facevano richiesta. «Purtroppo negli anni è diventato un vero e proprio stipendio per coloro che non hanno lavoro – afferma De Lucia – Il reddito è diventato un sussidio ma anche un boomerang per coloro che cercavano manodopera». In effetti tante attività negli ultimi anni hanno riscontrato enormi difficoltà nella ricerca di personale. Per qualcuno questo era dovuto al fatto che si preferiva ricevere il Reddito di Cittadinanza anziché andare a lavorare. Ed è così che si è pensato di eliminarlo.
«Non credo sia giusto abrogarlo, il Reddito di Cittadinanza andrebbe semplicemente regolamentato. Andrebbero riguardati i soggetti che lo percepiscono e capire chi non ha lavoro e possibilità di arrivare alla fine del mese – dice il direttore di Napoli Village – Se ci sono situazioni borderline vanno eliminate».
La soluzione sarebbe tornare alle origini, applicare la legge e non rendere il reddito un sussidio di povertà
«Se tutte le persone che percepiscono il Reddito di Cittadinanza in Italia venissero occupate ok, ma dato che questo credo non accadrà devo dire che toglierlo di punto in bianco sarebbe sbagliato. Significherebbe avere una fetta della popolazione che non saprebbe di cosa vivere e come mettere il piatto a tavola».
«Io credo che il Reddito di Cittadinanza dovrebbe ritornare alle origini. Darlo per tre anni, quindi non è un sussidio a tempo indeterminato, e dare tre opportunità di lavoro – conclude Raffaele De Lucia – La formula iniziale del Movimento 5 stelle era giusta almeno sulla carta. Poi si è persa per la strada. Andrebbe migliorata con uno screening tra coloro che lo percepiscono. In seguito si dovrebbe dare il reddito con la consapevolezza che non deve diventare un sussidio di povertà ma deve essere qualcosa di temporaneo».